Vai al contenuto

Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu/96

Da Wikisource.
Versione del 2 nov 2019 alle 23:24 di CandalBot (discussione | contributi) (Bot: modifica fittizia Pywikibot)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

— 88 —

61.


Continua ne l’istesso soggetto mostrando d’aver infinito dolore per la

lontananza de la sua donna; onde è ragionevole ch’ella sia tanto

pietosa quanto egli è dolente.


Or che lunge da me si gira il sole
     E la sua lontananza a me fa verno,
     Lontan da voi, che del pianeta eterno
     Imagin sete, questo cor si dole
     5In tenebre vivendo oscure e sole;
     E non si leva mai né si nasconde
     Sí mesto il sol ne l’onde,
     Che non sia cinto di piú fosco orrore
     L’infelice mio core;
     10Né sí perpetui rivi han gli alti monti
     Come i duo caldi e lacrimosi fonti.
Fonti profondi son d’amare vene
     Quelli ond’io porto sparso il seno e ’l volto,
     È ’nfinito il dolor che dentro accolto