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Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/345

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il dottore, è fortunatamente nascosta, e il mio cuoio capelluto non ha nessun interesse a metterla in piazza.

— Sei dunque uscito? — gli ho chiesto.

— Sì, ho fatto le mie visite, e per me e per te. Non mi crederai mica un egoista! —

Sorrido e ringrazio; ma non ardisco chiedergli altro. Frattanto si affaccia Pilade sull’uscio, e gli fa cenno.

— Che vuoi? — dice Filippo. — Ah, sì, ho capito; vengo subito.

— Segreti? — domando io.

— No, si tratta di una commissione. Vado e ritorno. —

Così dicendo, Filippo esce, e si richiude l’uscio dietro. Potrei andare ancor io; ma non sono curioso, e rimango. Per altro, il Giardinetto non è una caserma; è una palazzina di due piani; una persona di più dell’ordinario si fa sentire, non può passare inavvertita; ed io odo una voce d’uomo, voce nuova ed insolita, che si alterna con quella di Filippo. Chi sarà mai? Mi affaccio alla finestra, e la voce mi vien più distinta all’orec-