senza commozione. Il mare era così bello! E pareva che ognuno lo dovesse rispecchiare dentro di sé. Fin dal mattino s’eran visti all’orizzonte dei velieri e dei piroscafi di paesi diversi, diretti al Plata, e vari stormi d’uccelli erano venuti intorno al Galileo a gridargli il ben arrivato. Finito quel rimescolio per l’iscrizione, tutti s’erano quetati, e si mostravano inclinati alla benevolenza. Parecchi emigranti che avevano ottenuto di entrare in prima classe a cercar sottoscrizioni per due lotterie, d’un orologio d’argento e d’una vecchia incisione della Madonna, a benefizio di due famiglie povere, raccolsero un monte di firme a sessanta centesimi: la estrazione, diceva il foglio, si sarebbe fatta la mattina del giorno dopo con le “garanzie volute, davanti al macello.„ Dopo mezzodì, non nacque più alcun diverbio a bordo. Le terze classi ebbero un piatto di braciole con patate che raddolcì molti cuori. E anche il nostro desinare fu tale da far brillare di soddisfazione perfin l'occhio unico del genovese, e reso più saporito anche dall’idea di quel “qualche cosa dopo„ che dice il Brillat-Savarin dover essere nell’aspettazione dei commensali, perchè un pranzo riesca davvero piacevole: e questo era per noi il pensiero dello spettacolo che ci avrebbe