Discussioni indice:Laude (Roma 1910).djvu

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Edizione molto scorretta, e quella del 1915 negli Scrittori d'Italia non è solo una sua ristampa, come scritto su Wikipedia, ma una nuova edizione con nuove regole di trascrizione e maggiore accuratezza tipografica.

Il mio criterio è stato quello di trascrivere tutto fedelmente, correggendo poi con circa 120 Ec errori tipografici ed incongruenze per ottenere un ns0 se non corretto, almeno coerente. Il gruppo più consistente di errori era costituito, una volta scelto di non distinguere le v dalle u, da residue v, particolarmente fra le pagg. 70 e 90, che ho uniformato ad u. Per le maiuscole, a fronte di 22 V vocale e 68 V consonante, c'erano 5 U vocale e 3 U consonante. Visto che testo ed indici si contraddicevano, ho considerato la variabilità come inaccuratezza tipografica ed ho uniformato le 8 U alle prevalenti V. Per la I consonantica, accanto alle prevalenti I (Iesù, Iacopone...), c'erano una dozzina di J (Jesù, Jacopone...) che non avendo riscontri sull'ed. 1490, ho uniformato ad I. Poi un numero di lauda sbagliato e poche piccole minuzie. Una volta costituito un testo ns0 coerente, sono passato agli indici, fatti con poca esattezza, e sono occorsi una sessantina di Ec, perché, oltre a correggere errori loro propri, ho portato lo ns0 degli indici ad essere coerente con lo ns0 del testo già corretto. Perciò alla fine sono risultati due sistemi paralleli: nsPagina con i propri indici nsPagina e testo ns0 coi propri indici ns0. Ovviamente ho fatto tutto questo per la sola parte di vera e propria trascrizione, mentre per la parte apparato critico, se non erano citazioni dirette, ho lasciato tutto immutato. Altrimenti sarei giunto al paradosso di dover mutare il titolo del libro! Così il frontespizio dirà LAUDE DI FRATE JACOPONE DA TODI, ma a pagina 1, dove inizia la trascrizione in ns0 si leggerà: LAVDE DI FRATE IACOPONE DA TODI.

Il testo poetico è costituito, in grande maggioranza, da versi accoppiati che sulla carta spesso vengono spezzati su due righe, creando pagine molto confuse. Con i suggerimenti di Alex brollo è stato possibile, anche nei casi peggiori, far rientrare i doppi versi in un'unica riga. Ho applicato

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solo sulle pagine dove era strettamente necessario, allargando nel medesimo tempo le relative pagine ns0 col parametro larghezza=45. Non ho generalizzato la modifica a tutte le pagine (sia nsPagina, sia ns0), perché nei casi non critici la numerazione dei versi risultava troppo lontana.


Nelle sezioni Grammatica, Lessico ed Indici ho introdotto qualche piccola variante di formattazione per tentare di rendere più leggibili quelle intricate sezioni. Spaziature: nelle elencazioni di rime (: cilizo : delizo : pannizo...) in cui i due punti sono utilizzati in modo non convenzionale, ho mantenuto la spaziatura con la parola precedente. Le lettere latine o greche che indicano la sottosezione d'un paragrafo, 37b, 99δ, le ho scritte senza spazio interposto, tranne la n che probabilmente indica nota.

All'inizio del Proemio del Bonaccorsi c'è una nota (riportata anche nell'ed. del 1915) in cui il trascrittore segnala una modifica del testo da lui apportata: si delectata cambiato in si delecta. Tutto nasce da un errore di lettura del Ferri: la lettura corretta dell'ed. del 1490 è si delectara (si diletterà) che rende inutile la modifica e la nota. In nsPagina ho lasciato tutto immutato, mentre in ns0 ho adattato testo e nota per farli corrispondere all'antica stampa.Lino Marco (disc.) 16:06, 12 mar 2016 (CET)[rispondi]