[St. 51-54] |
libro i. canto xix |
347 |
Or vien distesa sopra alla riviera
Una gran gente con molta roina,
Che han la corona rotta alla bandiera,
Com’è la insegna di quella regina;1
Et era di Marfisa questa schiera,
Che vien correndo e mai non se raffina,
E voglion sua madama aver diffesa,
Temendo di trovarla o morta o presa.
Qui cominciosse la fiera battaglia,
Nè stata vi era più crudel quel giorno.
Intrò Marfisa tra questa canaglia,
E furïosa se voltava intorno;
Spezza la gente in ogni banda e taglia;
Nè men Ranaldo, il cavalliero adorno,
Braccie con teste e gambe a terra manda;
Ciascun che ’l vede, a Dio se racomanda.
Iroldo con Prasildo e Fiordelisa
Stavan discosti, con quella donzella
Qual era cameriera de Marfisa,
Longe due miglie alla battaglia fella.
La cameriera alli altri tre divisa
Quanto sua dama è forte in su la sella;
E quanti cavallieri ha messo al fondo
Et in qual modo, gli raconta a tondo.
Per questo Fiordelisa fu smarita,
Temendo che non tocca a Brandimarte
Provar la forza de Marfisa ardita.
Subitamente da gli altri se parte;
Dove è la gran battaglia se ne è gita;
Vede le schiere dissipate e sparte,
Che ver la rocca in sconfitta ne vano;
Dentro li caccia il sir de Montealbano.2
- ↑ T. e Ml. Come la.
- ↑ Ml. Dreto.