[St. 31-34] |
libro i. canto xx |
359 |
E Brandimarte li tagliò la testa,
Lasciando in terra il smisurato busto;
Poi corse al conte e fecegli gran festa
E grande onor, come è dovuto e iusto.
L’altro gigante è mosso con tempesta,1
Più fier de’ primi, et ha nome Marfusto:
Brandimarte dal conte ottenne graccia
Far con costui battaglia a faccia a faccia.
Crida Marfusto: Se proprio Macone
Te con quello altro volesse campare,
Non vi varrebbe suo aiuto un bottone;2
Quel de mia mano voglio scorticare,
E te squartarò a guisa de castrone.3
Rendi la spada senza dimorare,
Perchè se te diffendi, io te avrò preso,4
E vivo arrostirotti al foco acceso.
Brandimarte non fece altra risposta
Alle parole del gigante arguto,
Ma con molto ardimento a lui se accosta
Col brando in mano, e coperto del scuto.
Marfusto un colpo solamente aposta,
E gionsel proprio dove avria voluto;
Col bastone a due man il colse in testa,5
E spezzò il scudo e l’elmo con tempesta.
Esso tremando alla terra cascava,
Usciva il sangue fuor de l’elmo aperto.
Piangeva il conte forte, chè pensava
Che Brandimarte sia morto di certo.
A quel gigante crudo minacciava:
Ladron, diceva, io ti darò per merto
De l’onta che m’hai fatto in questo loco,
Morte nel mondo e nello inferno il foco.6
- ↑ T., Ml. e P. gigante mosse.
- ↑ T. e Ml. il suo.
- ↑ P. d’un.
- ↑ P. omm. io.
- ↑ Ml. man; Mr. mano.
- ↑ Ml. nelo inf. al foco; Mr. mondo ne lo inf. in; P. omm. il.