[St. 15-18] |
libro iii. canto i |
7 |
Così, soletto sempre caminando,
Passò gli Armeni ed altra regïone,
E, da un colletto un giorno remirando,1
Presso a una fonte vidde un paviglione.
Là giù se calla, nel suo cor pensando,
Se vi trova arme dentro, nè ronzone,
Per forza, o bona voglia a ogni partito
Non se levar de là, se non fornito.
Poichè fu gionto in su la terra piana,
Ne la cortina entrò senza paura.
Non vi è persona proxima, o lontana,
Che abbia del pavaglion guarda nè cura;
Solo una voce uscì de la fontana,
Qual gorgogliava per quella acqua pura,
Dicendo: Cavallier, per troppo ardire
Fatto èi pregione, e non potrai partire.
O che lui non odette, o non intese,
Alle parole non pose pensiero,
Ma per il pavaglione a cercar prese,
Se ivi trovasse nè arme, nè destriero.
L’arme a un tapete tutte eran distese,
Ciò che bisogna aponto a un cavalliero;
E lì fuori ad un pino in su quel sito
Legato era un ronzon tutto guarnito.
Quello ardito baron senza pensare
L’arme se pose adosso tutte quante.
Preso è il destriero e, via volendo andare,2
Subito un foco a lui fèsse davante.3
Nel pino prima si ebbe a divampare,
E, quello acceso sin sotto le piante,
Per ogni lato il foco se trabocca,
Ma sol la fonte e il pavaglion non tocca.
- ↑ Mr. e P. rimirando.
- ↑ Mr. e P. omm. è.
- ↑ Mr. fose; T. forse.