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406 | notturno |
O cessate di piagarmi...
Chi mi ha mandato questa interprete dei responsi che la mia sibilla bendata tralascia di scrivere nelle foglie errabonde?
Ella canta; e il canto prende la mia doglia e le dà la fluidezza, e la illimpidisce, e ne fa una corrente piena e soave che mi trasporta là donde vorrei non più ritornare.
La sua voce tocca le note basse del contralto quando canta il secondo lamento:
O lasciatemi morir.
La corrente è come un vortice tardo che non segue più la linea dell’orizzonte ma declina verso la profondità colorata dalla porpora violetta.
Si fa salsa.