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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 40 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
ESTETICA MUSICALE.
Precetti Artistici
applicati alla musica.
ARTICOLO I.
(Fedi i fogli 19, 22, S3, 24, 16, 28, 34, 36, 37 «89/
Itre all’unità e varietà,già dicemmo
essere precetti obisogni dell’arti
tutte l’invenzione, la diiposizione,e
l’esecuzione. Senza
dilungarci di troppo riguardo all’ultima
che in musica è affidata ad una classe
particolare di artisti, discorreremo delle
prime, e siccome l’arte nostra più a quella
della parola che ad ogni altra per propria
natura s’accosta, restringeremo fra queste
il confronto, aggiungendovi ciò che può
esservi di particolare.
XL’VÌI. Nell’una e nell’altra l’invenzione
riguarda l’affetto che si vuole destare e lo
sviluppo di cui è capace, ossia la verità
che si vuol dimostrare e le ragioni su cui
si appoggia, nel che consiste l’idea o argomento.
Perciò l’Oratore ed il Poeta
prendono le mosse da un fatto che si
narra, o da una verità che si prova, mentre
il Musico prende le mosse da una situazione
d’animo o ideata da sè o fornitagli
dal Poeta, spesso ancora da un’idea melodica,
da un pensiero musicale, dettato da
un indefinibile impulso; ma sempre relativo
ad un qualche affetto provato o immaginato.
XLVIII. La disposizione è ciò che più
comunemente per noi dicesi condotta, e
consiste nell’arte di disporre le idee principali
e le accessorie in modo che le une
preparino le altre, ed appariscano, non già
capricciosamente o a stento, ma per lo naturale
sviluppo dell’affetto necessariamente
succedersi.
La buona condotta dà ai lavori dell’arte
quel carattere di spontaneità per cui volgarmente
li diciamo di getto, parendo in
fatti che quel lavoro sia sortito dalla mente
dell’artista con quella facilità con cui una
statua od altro oggetto qualunque esce in
ogni sua parte compiuta dalla forma in cui
fu versata liquida la sostanza di che è composta.
L’arte di disporre le idee e ben condurle
è di sì alta importanza, che senza di
essa nulla valgono e le più felici ispirazioni,
e la scienza tutta del contrappunto.
Persuasi di tale verità ci studieremo di
darne qui le norme per quanto è possibile
migliori, non tralasciando di avvertire
la necessità di osservare le òpere dei gran
maestri onde perfezionare il proprio accorgimento
e il sentire squisito di tal genere
di artifizio.
XLIX. Nella musica, come nell’oratoria
o poesia, importa moltissimo il ben incominciare,
di cui vi sono due principali
maniere, coll ’esordio cioè e coll’exabrnpto
che, a dirla musicalmente, sono l’introduzione
o preludio, o l’assoluto motivo principale.
Primo scopo dell’introduzione o preludio
è il destare l’attenzione e l’interesse
dell’uditore, togliendolo a poco a poco
dalle realtà che io circondano per trasportarlo
a quel genere di vita che si è prefisso
l’Artista. Questa sola riflessione basta
a far conoscere quanto importi il dare all’introduzione
un carattere interessante ed
ora analogo all’idea principale, talvolta
anche totalmente diverso (a principio) secondo
l’affetto cui si ha in mira di condursi
a trattare.
Egli è perciò die nei buoni scrittori troviamo
talora l’introduzione contenere quasi
l’embrione del motivo principale, o di
qualche altra idea fra le più salienti del
corpo totale; talora esserne affatto diversa
e per idee melodiche e per ritmo.
Semprechè la natura dell’affetto che si
vuole trattare non consigli quest’ultimo
partito, non cesseremo di consigliare l’uso
della prima maniera, massimamente nella
musica Sacra o solamente istromentale, che
come già accennammo, richiede maggior
unità.
Con tale pratica infatti l’esordio musicale
viene ad essere tessuto appuntò come
debb’esserlo l’oratorio in cui (eccettuato
il caso che l’oratore prenda a parlare di
sè) si debbe discendere da un’idea generica
all’idea particolare costituente l’argomento
del discorso.
Che se riguardar si voglia la cosa solamente
dal lato musicale, non è a dirsi il
miglior effetto che produce un motivo, o
per meglio dire un canto, quando se ne
sono udite prima alcune parti in un ordine
non ben chiaro e definibile. Quel motivo
è allora per l’uditore un raggio di luce
che gli dichiara il genere di vita in cui si
vuole trasportarlo e gli rende facile il conoscere
e misurare la natura delle potenze
che gli stanno a fronte.
Nell’uno e nell’altro genere di introduzione
l’arte di ben condursi al motivo
principale e far sì che egli giunga opportuno
sta tutta nell’armonia e nell’evitare
le cadenze finite sino al punto dell’attacco.
L’artifizio medesimo alternato con opportune
sospensioni serve a condurne gli episodii
e rendere necessario il secondo ino
tivo quando vi si voglia introdurre.
Il principio exabrnpto, cioè senza introduzione
preparatoria, sembra esigere
una potenza materiale di suoni e di ritmo
capace di scuotere a un tratto l’udienza e
cattivarsene l’attenzione. In fatti in tal caso
non più si tratta di condurre poco a poco
l’uditore ad un nuovo genere di esistenza;
ma sì di trasportarvelo di peso. Cosi vediamo
per lo più praticare gli oratori e i
poeti.
Fin qui del principio, il quale di qualunque
genere e per quanto felice ei sia
non è che la metà dell’opera, ed è perduto
se il proseguimento non vi corrisponde
acquistando sempre maggior interesse;
onde il precetto oratorio: Cave ne
decrescat o rat io, e quell’altro detto: Motus
in fine velocior. E ciò dipende dalla condotta
e dalla buona disposizione delle idee,
arte che vuol essere qui considerata da un
punto di vista più alto, più morale clic non
nel solo maneggio dell’Armonia e delle
cadenze.
L. Ella è una verità di fatto che ogni
volta l’arte non giunge a togliere a sè
stesso chiunque viene a chiederle una commozione,
una modificazione della propria
esistenza, ben lunge dal raggi ugnerò il
punto in cui sta la bellezza, fallisce lo scopo
e cade. L’artista ha in vero una difficile
missione, se non che ei trova per lo più
una disposizione favorevole nell’animo del1
ascoltatore. Al Tempio, all’Accademia, al
Teatro sempre gli si richiedono commozioni,
affetti; sempre si è disposti a lasciarsi
da lui trasportare ove meglio gli aggrada.
Ma questa disposizione si cambia in ni’micizia,
se l’Artista non adempie a quanto
ha promesso, o se per ottener troppo dà
nel confuso e oltrepassa il limite della
bellezza.
L’Artista che osa affrontare il pubblico
ha già fatto una ben importante promessa;
misuri adunque le proprie forze prima di
farne una seconda più della prima impegnosa,
esordiendo da troppo alto punto.
Cave ne decrescat oratio. Affinchè il discorso
musicale vada aumentando di interesse
e dignità conviene L° Esporre le idee
da principio colla massima semplicità riservando
alle successive ripetizioni quegli
artifizj che possono dare alle medesime
maggior risalto. 2." Disporre le melodie e
i passi caratteristici in modo che i più
espressivi succedano ai meno, e si passi
senza stento dall’una all’altra idea. o.° Evitare
le lungherie ritenendo essere assai
meglio il generar desiderio che sazietà.