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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/477

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IRCANA IN ISPAAN 473
Farò che il sappia Fatima, farò che il sappia Alì.

Credete ch’io non sia istrutta 1 di ogni cosa?
Tu bada a tuo consorte (a Irc.); bada tu alla tua sposa.
(a Tamas
Ircana. (Parla costei confusa).
Tamas.   Spiegati, vecchia insana:
Chi è la mia sposa? forte
Vajassa.   È Fatima. È Alì sposo d’Ircana.
Tamas. Odi. (ad Ircana
Ircana.   Chi ciò ti ha detto? (a Vajassa, forte
Vajassa.   Le schiave men l’han detto.
Tamas. Idolo mio, ravvisi, se falso è il tuo sospetto? (ad Ircana
Ircana. Fin che restar ti caglia alla nemica appresso,
Tali funesti incontri ponno accader di spesso.
Siasi innocenza, o colpa, che ti guidò a quel sito,
Ciò non saria accaduto, se pria fosti partito.
E se partir ti mostri meco ancor renitente,
Il passo che facesti non crederò innocente.
Vajassa. E ben? cosa si fa? (a Tamas
Tamas.   Vattene. (a Vajassa, con dispetto
Vajassa.   Anche di più?
Subito in quella 2 stanza. (ad Ircana
Ircana.   Taci. (con isdegno
Vajassa.   Non parlo più. (timorosa
Ircana. Tamas, o vieni meco senza dimora alcuna,
O temi cbe ormai scoppi furor cbe in me si aduna.
Salvo non ti do il padre dall’ira mia, la vita
Salva non è di Fatima dalla mia destra ardita.
Paventa per te stesso, per me paventa ancora:
O d’Ispaan si parta, o qui si resti, e mora.
Vajassa. (Non intendo parola).
Tamas.   Facciasi il tuo volere.
Andiam; sovra il cuor mio vedi quant’hai potere.

  1. Savioli, Zatta e rist. torinese: instrutta.
  2. Savioli, Zatta ecc.: questa.