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colpi di S. Marco. — (Sonava appunto il campanone.) Bevvi il caffè e tacqui.
— Ma ditemi: avea quel signore già letta tutta la mia lettera?
— Mi figuro di sì; perchè rideva, rideva come un matto, e facea di quella lettera una palla, e la gettava per aria, e quando gli dissi che non dimenticasse poi di distruggerla, la distrusse subito.
— Va benissimo. —
E restituii a Tremerello la chicchera, dicendogli che si conosceva che il caffè era stato fatto dalla siora Bettina.
— L’ha trovato cattivo?
— Pessimo.
— Eppur l’ho fatto io, e l’assicuro che l’ho fatto carico, e non v’erano fondi.
— Non avrò forse la bocca buona.
Vol. I | 9 |