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dolo e di Tucidide, cbe dicono: aver i Peiasgi parlata una lingua bMbara, cioè straniera all’ellenica* nazionale ed universale al tempo dei due scrittori. Ora questi sono i due storici ellenici principali, i due soli cbe rimangano per noi primitivi ed originali. Quindi può parete strano cbe due tali testimonianze non abbiano troncata la questione per sempre; che possa rimanere chi propugni i Peiasgi identici con gli Elleni, od una delle genti elleniche. Eppure cosi è. Parecchi critici, limitando la questione ai due ultimi passi che parlano della lingua, e non accettandoli poi nel loro senso preciso, interpretarono: che Erodoto e Tucidide, dicendo che la lingua dei Peiasgi era barbara, avean voluto dire quasi barbara, un cattivo dialetto ellenico, e non piò. Sfa prima, chi si prenderà la fatica di guardare alle difficoltà, alle sopposizioni sopra supposizioni, a che son ridotti questi interpreti, si tari forse capace immediatamente da tal modo d’argomentare, che l’interpretazione è stirata e falsa.’E poi, i due primi passi citati sono indipendenti dalla questione della lingua, parlano delle due nazioni, delle due schiatte di genti, e distinguono chiaramente le pelasgiche dalle elleniche. Ondecbè, in tutto, non parmi abbia a restar dubbio: che (quali che fossero, del resto, le opinioni di Erodoto e Tucidide sulle origini e le divisioni delle genti elleniche) la loro opinione sulle pelasgiche fu cbe elle erano diverse dalle elleniche, barbare rispetto alle elleniche. — Parecchi altri testi antichi confermano poi quest’ opinione. La cronaca di Paro dice, che gli Elleni furono anticamente chiamati Greci;* dunque non Peiasgi. Aristotile dice, che il paese di Dodona fa abitato anticamente dagli Elioselii, allora chiamati Greci e poi Elleni; * e non reca cosi tra i nomi della nazione quello di Peiasgi, quantunque Dodona fosse poi una delle principali stanze pelasgiche. E strabone pur esso dice barbari i Peiasgi.9 — Quindi vedesi che a provar tal fatto si congiungono le asserzion i de’ più antichi e de’ più dotti scrittori greci. E queste mi sèmbrano bastare contra tntte quelle degii scrittori posteriori, meno storici o geografi, cbe non poeti, oratori o filosofi, i quali confondono in una medesimi origine le due schiatte ellenica e pelasgica, perchè si confusero poi sol
< Erodete, lil. 1, 5 57. Tucidide, lib. IV, J 100.
1 Larcher, Dote ti lib. I, $ 57; e tomo VII, Climnologie. — Marsh, Borm Peiorrv*. Cambridge 1815, parte I, cap. 2. — Bittoire de VJatdimie da inicnfjtiorit et bellesUttra. temo XXV, pag. 11, ec. — Uno dei grandi argomenti di coloro che negano la barbarie Ma lingua Pciaagica asserita da Erodoto e Tucidide, è ohe Omero disse anche Bartamfow i Cari. Ma prima, P assimilatone non istà: Bsrbarofoni poti voler diro V orimeli te di licga* qua barbara, mentre Brodote e Tucidide dicono barbara positivamente la lingna Pelasgica. E pei, questi Cani ohi assicura che fossero Elieni e non ansi Peiasgi essi stessi, o semitici là latin! E quindi Omero poti dirli di lingaa barbara appunto perchi Peiasgi; che sarebbe, bob o*traddizione, ma conferma delia barbarie deUa lingaa Pelasgica.
8 Marm. Jrundel. Lond. 1832, pag. 64.
4 Aristotile, Meleorvtogia, lib. 1, cap. 14.
• strabone, lib. IX. — Fourmont, tomo II, pag. 253.