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Pagina:Penombre.djvu/63

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XVII.


LA FESTA E L'ALCOVA





Ella era nuda come un fior d’Iddio
Liberamente nei campi sbucciato;
Però pel ballo si adornava, ed io
Le stava allato.

Creature del cielo, angeli belli,
Io credo che se mai lassù piangete,
Gli è quando nei tessuti e nei gioielli
Eva scorgete.

Pensate il mio dolore: eran profili
Fatti per suscitare estasi e incubi;
Fini, soavi, candidi, gentili,
Parevan nubi,

Vaghe nubi sbucciate a ciel sereno!...
Vidi arrivar la bianca camiciuola,
E si adagiò sul profumato petto
Come una stola.