Tu dici che di Silvio lo parente,
Corruttibile ancora, ad immortale
Secolo andò, e fu sensibilmente.
Però se l’avversario d’ogni male
Cortese fu, pensando l’alto effetto
Ch’uscir dovea di lui, e ’l chi, e ’l quale,
Non pare indegno ad uomo d’intelletto,
Ch’ei fu dell’alma Roma e di suo ’mpero
Nell’empirëo ciel per padre eletto;
La quale, e ’l quale (a voler dir lo vero)
Fur stabiliti per lo loco santo
U’ siede il successor del maggior Piero.
Per questa andata, onde li dai tu vanto,
Intese cose, che furon cagione
Di sua vittoria, e del papale manto.
Andovvi poi lo vas d’elezione,
Per recarne conforto a quella fede,
Ch’è principio alla via di salvazione.
E quale è quei, che disvuol ciò che volle,
E per nuovi pensier cangia proposta,
Sì che del cominciar tutto si tolle;
Tal mi fec’io in quella oscura costa;
Perchè pensando consumai la ’mpresa
Che fu nel cominciar cotanto tosta.