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VINCENZO DA FILICAIA
Pien di timore e d’umltà m’inchino.
Vinca, se così vuoi,
Vinca lo Scita, e ’l glorioso sangue
80Versi l’Europa esangue
Da ben mille ferite. I voler Tuoi
Legge son ferma a noi;
Tu sol se’ buono e giusto, e giusta c buona
Quell’opra è sol che al Tuo voler consuona.
85Ma sarà mai ch’io veggia
Fender barbaro aratro all’Austria il seno,
E pascolar la greggia
Ove or sorgon cittadi, e senza tema
Starsi gli arabi armenti in riva al Reno?
90Nella ruina estrema
Fia che dell’Istro la famosa reggia
D’ostile incendio avvampi,
E, dove siede or Vienna, abiti l’Eco
In solitario speco,
95Le cui deserte arene orma non stampi?
Ah no, Signor! tropp’ampi
Son di Tua grazia i fonti! e di tal flagello,
Se in cielo è scritto, a Tua pietà m’appello.
Ecco d’inni devoti
100Risonar gli alti templi; ecco soave
Tra le preghiere e i voti
Salire a Te d’arabi fumi un nembo.
Già i tesor sacri, ond’ei sol tien la chiave,
Da l’adorato grembo
105Versa il grande Innocenzio, e i non mai vôti
Erarj apre e comparte.
Già i cristiani regnanti alla gran lega
Non pur commuove e piega,
Ma in un raccoglie le milizie sparte
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