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Pagina:Tommaso Moro.djvu/41

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Alzar dovrò? cessa, m’intendi? cessa

Di tentarmi a viltà. Sì basso ufficio
Alla figlia di Moro non s’aspetta.
Ignori tu, crudel, che i troppo cari
Accenti tuoi, tue lacrime, il dolente
Quadro di mia famiglia sconsolata,
L’orrenda idea d’una mannaja appesa
Sulla cervice del miglior mio amico,
Son tormento maggior delle mie forze?
MARGHERITA
Padre!
MORO
Non proseguir. Tergiamo entrambi
Pianto di noi non degno. Al re ritorna
Con raffermato onesto ardir. Ti mostra
Figlia di Moro. Digli ch’io nemico
Mai non gli fui, che nol sarò giammai,
Ma che obbedirgli dove egli comanda
Di mover guerra a’ miei paterni altari,
D’aborrir molti egregi amici, e plauso
Alzar su lor esigli e su lor morti.....
(Elevando risolutamente la voce.)
Non posso!
MARGHERITA
Oh voce!
MORO
È inappellabil! - Figlia.....
Ahi, tronco dall’angoscia è il tuo respiro!
Scuotiti; ascolta..... Oh versa pur, qui versa
Su questo sen tue lagrime dirotte!