Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/207

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I’priego Cristo padre onnipotente,
che per li pecator volé morire,
che mi conceda grazia ne la mente
ch’i’ possa chiara mia volontá dire.
E’ priego voi, signori e bona gente,
che con efetto mi deggiate udire,
ch’io vi dirò d’una canzon novella,
che forse mai non l’odiste si bella.
2
Leggendo un giorno del tempo passato
un libro che mi par degli altri il fiore,
trovai eli’un cavalier inamorato
fe’ molte belle cose per amore,
ond’io, a ciò che sia amaestrato
de la prodezza sua ogni amadore,
dirò di quel baron senza magagna,
che fu chiamato Bruto di Brettagna.
3
Questo barone essendo d’amor preso
piú ch’altro mai d’una donna valente,
ardeali il core come fuoco acceso,
perché celava a lei tal convenente,
e, non possendo piú sofrir tal peso,
rechiesela d’amor celatamente,
dicendo: — 1’ son per far vostro disio
in ogni caso, se voi fate ’l mio. —