Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/155

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Cristo, con tante opere santissime, con tanto patire e col morire per noi con somma caritá, abbia potuto senz’opera nostra salvare i suoi eletti? Credi forse ch’el peccato d’Adamo abbia piú nociuto al mondo che Cristo giovato? che a Dio sia piú dispiaciuta l’inobbedienza d’Adamo, che non gli piacque l’obbedienza di Cristo? Paulo Ai romani , è in contrario; imo Cristo ha superato el peccato, imperocché la luce di Cristo ha scacciato le tenebre del peccato, la sua bontá ha vinto la malizia del mondo, e per Cristo siamo piú forti che per Adamo deboli. Dirai: — Non m’è difficile el credere che Cristo senza mia opera m’abbia liberato dal peccato originale, nel quale incorsi anche senza mia colpa; ma m’è ben difficile el credere che m’abbia in tutto e senz’alcuna mia satisfazione liberato dalli attuali, che ho commessi io volontariamente. Respondo. Se Cristo avesse in tutto tolto da te l’originale, e restituto in quella prima innocenza, nella quale era Adamo innanzi che peccasse, si come giá hai detto esserti facile a credere; non commetteresti piú altri peccati attuali, per essere d’essi fonte l’originale. Ma Dio ha voluto che restino in noi queste parve concupiscenze, sfrenati affetti e immoderati appetiti a esercizio di virtú, gloria di Dio e trionfo di Cristo, il quale ci ha dato tanto spirito, che camminiamo a Dio con si gran peso di carnali affetti e ribellione di carne. Però non t’ha a essere difficile el credere che Cristo t’abbia liberato in tutto anche dalli attuali, nelli quali quando lassa cadere i suoi eletti, è per benefizio loro, imperocché a essi ogni cosa coopera in bene. Ma non ti sarebbe difficile a credere che per Cristo fussi giustificato in tutto, se tu con viva fede vedessi la gran bontá di Dio, l’amore che porta all’anima, e quello ch’el suo Figliolo per lei operò e pati trentatré anni: imo un atto di si magnifica liberalitá fu tutto divino, proprio e conveniente all’infinita caritá di Dio. Né per altro modo, a noi ciechi, stolidi e insensati per el peccato d’Adamo, poteva dar lume di sé a sufficienza, se non con salvarci per mera grazia con la morte dell’unigenito suo Figlio. Non aremmo mai avuto Dio per Dio, se non si faceva cosí sentire in Cristo, scoprendo la sua caritá in modo supremo ed eccessivo. E, se bene