Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/21

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ci ha conceduto la vittoria per Iesú Cristo Signor nostro. Questo è quel felicissimo seme, che ha percosso il capo al velenoso serpente, cioè al diavolo, perciocché tutti quelli che credono in Cristo, ponendo tutta la loro fiducia nella grazia di lui, vincono con Cristo il peccato, la morte, il diavolo e lo inferno. Questo è quel benedetto seme di Abraamo, nel quale avea promesso Dio di benedire tutte le genti. Bisognava che ciascuno separatamente percotesse quel orribil serpente, e liberasse se stesso dalla maledizione: ma questa impresa era tanto grave, che le forze di tutto il mondo, raccolte insieme, non erano bastanti a sopportarla. Adunque il nostro Dio, padre delle misericordie, mosso a compassione delle nostre miserie, ci ha donato il suo unigenito figliuolo, che ci ha liberati dal veleno del serpente, ed è fatta nostra benedizione e giustificazione, purché l’accettiamo, rinonciando a tutte le nostre giustificazioni esteriori. Abracciamo, fratelli dilettissimi, la giustizia del nostro Iesú Cristo, facciamola nostra per mezzo della fede, teniamo per fermo di esser giusti, non per le opere nostre, ma per i meriti di Cristo, e viviamo allegri e sicuri che la giustizia di Cristo annichila tutte le nostre ingiustizie, e ci fa buoni e giusti e santi nel cospetto di Dio. Il quale, quando ci vede incorporati nel suo Figliuolo per la fede, non ci considera piú come figliuoli di Adamo, ma come figliuoli suoi, e ci fa eredi con il suo legittimo Figliuolo di tutte le ricchezze sue.