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116 ii - de la comunitá d’amore

il meglio e il piú perfetto; il quale, seguitandolo egli, il fuggiva, per essere il mondo inferiore tutto instabile e sempre inordinatamente mutabile, con piedi caprini. La fuga de la qual vergine fece cessare il fiume Ladone, cioè il cielo che corre continuatamente come fiume; nel quale è ritenuta l’incorrotta stabilitá fuggitiva de li corpi generabili del mondo inferiore: ben che il cielo non sia senza continua instabilitá per il suo continuo moto locale; ma questa instabilitá è ordinata e sempiterna, vergine senza corruzione, e le sue deformitá sono con ordinata e armoniaca correspondenzia (secondo che di sopra abbiamo detta la musica e melodia celeste). Queste sono i calami de le canne del fiume, ne’ quali fu convertita Siringa; ne’ qual calami lo spirito genera suave suono e armonia, perché il spirito intellettuale che muove i cieli causa la sua consonante correspondenzia musicale. De’ qual calami Pan fece la fistula con sette di loro, che vuol significare la congregazione degli orbi de’ sette pianeti e le sue mirabili concordanzie armoniali: e per questo dicono che Pan porta la verga e la fistula con la quale sempre suona, perché la natura di continuo si serve de l’ordinata mutazione de’ sette pianeti per le mutazioni continue del mondo inferiore. Vedi, o Sofia, come brevemente io t’ho detto il continente de l’amore di Pan con Siringa.

Sofia. Mi gusta l’innamoramento di Pan con Siringa. Vorrei ora sapere la generazione, matrimoni, adultèri e innamoramenti degli altri dèi celesti e quali sono le loro allegorie.

Filone. Ti dirò di quelli qualche parte sotto brevitá, perché il tutto sarebbe cosa lunga e fastidiosa. L’origine degli dèi celesti viene da Demogorgone e da li suoi dui nepoti, figliuoli di Erebo, ovvero, secondo che altri vogliono, suoi figliuoli propri: cioè di Eter e di Die sua sorella e moglie. Di questi dui dicono che nacque Celio, o ver Cielo; del quale nome appresso i gentili fu nominato Uranio, padre di Saturno, per esser tanto eccellente in virtú e di sí profondo ingegno, che pareva celeste e degno d’essere figliuolo di Eter e di Die, perché participava la spiritualitá eterea nel suo ingegno e la luce divina ne la sua virtú. L’allegorico di questo è assai manifesto, perché il cielo,