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198 iii - de l’origine d’amore


Sofia. Almanco ti sono utile e salutifera, ch’io ti levo molte cogitazioni fastidiose e malenconiche.

Filone. Anzi velenosa.

Sofia. Come velenosa?

Filone. Velenosa di tal veleno, che manco se li truova remedio che a niuno de’ corporali toschi: ché, cosí come il veleno va dritto al cuore e di lí non si parte fin che abbi consumati tutti i spiriti, quali gli vanno dietro, e levando i polsi e infrigidando gli estremi leva totalmente la vita, se qualche remedio esteriore non se gli approssima, cosí l’immagine tua è dentro de la mia mente e di lí mai si parte, attraendo a sé tutte le virtú e spiriti, e con quelli insieme la vita totalmente leverebbe, se non che tua persona esistente di fuora mi recupera gli spiriti e sentimenti, levandoli di mano la preda per intertenermi la vita.

Sofia. Ben dunque ho detto, dicendo ch’io ti son salutifera: ché, se mia assente immagine t’è veleno, io presente ti son triaca.

Filone. Tu hai levata la preda a tua immagine, perché lei ti leva e proibisce l’intrata: e in veritá non l’hai fatto per beneficarmi, anzi per paura che, se finisse mia vita, finiria ancor con lei il tuo veleno; e perché vuoi che mia pena sia durabile, però non vuoi consentire ch’il veleno di tua immagine mi doni la morte, ché quel tanto è maggior quanto è piú diuturno.

Sofia. Non so concordare tuoi detti, o Filone: una volta mi fai divina e da te molto desiderata, e una altra volta mi truovi velenosa.

Filone. L’uno e l’altro è vero, e tutti due possono stare insieme, però che in te la velenositá da la divinitá è causata.

Sofia. Come è possibile che di bene venga male?

Filone. Può intervenire, ma indirettamente, perché se l’interpone il desiderio insaziabile.

Sofia. A che modo?

Filone. La tua bellezza in forma piú divina che umana a me si rappresenta; ma per essere sempre accompagnata d’un pongitivo e insaziabile desiderio, si converte di dentro in uno