Pagina:Abrabanel, Juda ben Isaac – Dialoghi d'amore, 1929 – BEIC 1855777.djvu/339

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forme e gradi di cognizione del bello 333

fuggono da quella come da contrario nocivo. Perché la mescolanza de le cose corporee impedisce la felicitá de l’anima nostra, privandola con la luce sensuale de la faccia inferiore de la luce intellettuale in la faccia superiore, che è la sua propria beatitudine; e cosí come l’oro quando ha la lega e mescolanza de li rozzi metalli e parte terrestre, non può essere bello perfetto né puro, ché la bontá sua consiste in essere purificato d’ogni lega e netto d’ogni rozza mescolanza: cosí l’anima mista de l’amor de le bellezze sensuali non può esser bella né pura, né venire in sua beatitudine se non quando sará purificata e netta de l’incitazioni e bellezze sensuali, e allor viene a possedere la sua propria luce intellettiva senza impedimento alcuno, la quale è la felicitá. T’inganni adunque, o Sofia, di quale è la maggior cognizione de le bellezze sensuali, tu credi che sia in quello che le conosce in modo sensitivo materiale, non estraendo da quelle le bellezze spirituali, ed erri; ché questa è imperfetta cognizione de le bellezze corporee, ché chi fa de l’accessorio principale non ben conosce, e chi lassa la luce per l’ombra non ben vede, e chi lassa d’amare la forma originale per amare il suo simulacro o immagine, se stesso odia. La perfetta cognizione de le bellezze corporee è in conoscerle di modo che facilmente si possino estraere da quelle [le] bellezze incorporee; e allora la faccia inferiore de l’anima nostra, che è verso il corpo, ha il conveniente lume quando serve al lume de la faccia superiore intellettiva, ed è accessoria e inferiore e veiculo di quella: e se li cede, è imperfetta l’una e l’altra, e resta l’anima improporzionata e infelice. Adunque l’amore de le bellezze inferiori allora è conveniente e buono quando è solamente per distillare di quelle le bellezze spirituali, che sono le vere amabili, e l’amore è principalmente in quelle e ne le cose corporee accessorie per loro: ché cosí come gli occhiali tanto son buoni belli e amati, quanto la chiarezza loro è proporzionata a la vista e [a] gli occhi e serveno bene quelli ne la representazione de le spezie visive, — essendo piú chiari e improporzionati son tristi, non solamente inutili ma nocivi e impedienti de la vista, — cosí tanto è la cognizione de le bellezze sensitive buona e causatrice d’amore e diletto, quanto si dirizza