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448 | indice e sommario analitico |
Dell’amicizia umana (29-30), e dell’amor divino. Dio come principio, mezzo e fine del bene, in quanto è fonte della vita spirituale, è provvidenza attiva nel mondo morale, è fine sommo di tutti gli atti umani (30-32). Dio tanto s’ama quanto si conosce: limitazione dell’immensitá divina nella comprensione umana (32-33). Natura dell’amor divino (33-34).
Diverse opinioni sopra la felicitá (utilitarismo, edonismo): identitá sua con l’onesto e con gli abiti della vita intellettiva (34). Le cinque virtú intellettive; loro definizione (35). La felicitá consiste nella sapienza, a cui è via la virtú (36). Critica della teoria che la beatitudine sia data nell’onniscienza. Impossibilitá pratica dell’onniscienza dal lato empirico e dal lato scientifico: limiti della cognizione intellettuale (36-39). A pervenire alla beatitudine giova la perfezione in tutte le scienze, ma la beatitudine consiste nella perfezione della sola cognizione di Dio (39-40). Della suprema conoscenza, e come sia unitá e totalitá insieme (40-41). L’intelletto che causa la beatitudine è l’intelletto attuale di Dio, nella cui cognizione la beatitudine consiste. Intelletto divino e intelletto umano (41-43). Se la felicitá consista nel conoscere Dio, ovvero nell’amarlo. Reciprocitá di amore e conoscenza rispetto a Dio (43-45). Dell’unione con Dio, come atto copulativo e ultima felicitá (45-47).