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Il chiodo 117


— Hai ragione — disse il filosofo — ; la floricoltura non è per te.

— E neanche la chimica — aggiunse il discepolo.

Proseguendo, il metodo — infallibile — escludeva a poco a poco la fisica, escludeva la medicina e studi affini, escludeva tutte le scienze naturali, ad una ad una.

Quando il caso rivelatore, come si sa, di molte vocazioni famose, condusse una sera il conte a esclamare; — Torniamo all’arte!

Celso stava disegnando a meraviglia una scacchiera su cui il dimani, nelle ore libere, giocherebbe con gli amici di via del Fossato.

— Per bacco! — riflettè il conte. — Conosce quello che i pittori moderni ignorano: il disegno! — Inclinazione, dunque, alla pittura o all’architettura; e propose al ragazzo di andare a scuola da un maestro che in città aveva voce di artista insigne. Celso prese volentieri l’occasione propizia per star fuori di biblioteca e scappare più spesso nel Fossato.

— Allorchè sarà in grado d’entrare all’Accademia, mi avverta — aveva raccomandato il conte al maestro. Nè volle mai vedere gli scartafacci e gli abbozzi che consumavano troppe matite, gomme e mollica di pane, aspettando la sorpresa che gli togliesse ogni dubbio per sempre.