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Ferdina 85


si rivedeva andar fanciullo, nel luminoso silenzio, per il giardino e per i prati ch’erano tutto un fiore, e la madre l’accompagnava, ecco riapparirgli l’artigliere morente e riudirlo invocare: “Mamma mia!„; mentre riudiva con la disattenzione e nello stesso tempo con la vigile percezione di ragazzo i gorgheggi delle capinere e degli usignoli, ecco ripercuotersi al suo orecchio il rombo del cannone e rivedere, orrenda, la scena. di sangue e di strazio.

E dubitava, a volte, di guarire; non nei muscoli, ma nei nervi.

Così una mattina, quasi a superare uno sforzo più dell’animo che delle gambe, s’avviò per la stradicciuola della chiesa e arrivò, un po’ affannoso, alla fattoria.

La moglie del fattore venne sulla soglia con le mani impiastricciate di farina appena intrisa, e cominciò a strillare:

— Chi si vede! Che miracolo! Ferdina! Ferdina, corri a vedere chi c’è!

Ma come non aveva contenuta la ripulsione a scorgere quella guancia deturpata, la donna introducendo il visitatore prorompeva in parole che valessero a scusa di sè e a conforto di lui.

— Poveretto! Quanto avrà dovuto soffrire! L’ha scampata, eh, sì; ma.... Assassini infami! Rovinare per sempre tanta bella gioventù!