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EPOCA TERZA. CAP. X. 193


Ad una vista si inaspettata, ed in tanto e si [1771] diverso tumulto di affetti, io m’ebbi quasi a svenire. Tosto ebbi da lei pienissimo schiarimento del fatto, come pareva dover essere stato; ma non come egli era in effetto; che la verità poi mi era dal mio destino riserbata a sapersi per tutt’altro mezzo. Ella dunque mi disse, che il marito sin dal primo mio viaggio in villa n’avea avuta là certezza, dalla persona in fuori; avendo egli saputo soltanto che qualcun c’era stato, ma nessuno mi avea conosciuto. Egli avea appurato, che era stato lasciato un cavallo tutta la notte in tale albergo, " tal giorno, e ripigliato poi in tal ora da persona che largamente avea pagato, nò articolato nna sola parola. Perciò all’orcasione di questa seconda rivista, avea segretamente appostato alcun suo familiare perchè vegliasse, spiasse, ed a puntino poi Lunedi sera al siio ritorno gli desse buon conto d’ogni cosa. Egli era partito la Domenica il giorno, per Londra; ed io, come dissi, la Domenica al tardi di Londra per la villa sua, dove era giunto a piedi su rimbrunire. La spia, (o uno o piò ch’ei si fossero) mi vide traversare il Cimitero del luogo, accostarmi alla porticella del parco, e non potendola aprire, accavalciarne