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Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/503

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[trascrizione diplomatica]

Vnpunto ſolo me maggior letargo
     che uenticinque ſecoli alampreſa95
     chefe neptunno amirar lombra dargo
Coſi lamente mia tucta ſoſpeſa
     miraua fiſſa inmobile et actenta
     et ſempre dimirar facieſi acceſa
A quella luce cotal ſidiuenta100
     che uolgerſi dallei peraltro aſpetto
     e impoſſibil che mai ſiconſenta
Pero chelben che deluoler obietto
     tutto ſaccoglie inlei et fuor diquella
     e defectiuo cio che li e perfetto105
O mai ſara piu corta mia fauella
     pur aquel chio ricordo che dunfante
     chebagin ancor lalingua alamammella
     Ne1 per che piu cunſemplice ſembiante
     foſſe neluiuo lume chio miraua110
     che tale ſempre qual ſera dauante
Ma perlauiſta che ſaualoraua
     inme guardando una ſola paruenza
     imitandomio2 adme mitrauaglaua
Nella profonda et chiara ſubſiſtenza115
     delalto lume paruemi tre giri
     ditre colori et duna continenza
Et lun dalaltro come iri dairi
     parea reflexo elterzo parea foco
     che quinci et quindi igualmenteſiſpiri120
O quanto e corto ildire et come fioco
     almio concepto et queſto aquel chiuidi
     e tanto che non baſta adicer poco


[trascrizione critica]

Un punto solo m’è maggior letargo
     che venticinque secoli a la ’mpresa95
     che fe neptunno amirar l’ombra d’argo
Così la mente mia tucta sospesa
     mirava fissa inmobile et actenta
     et sempre di mirar faciesi accesa
A quella luce cotal si diventa100
     che volgersi da llei per altro aspetto
     è impossibil che mai si consenta
Però che ’l ben ch’è del voler obietto
     tutto s’accoglie in lei et fuor di quella
     è defectivo ciò che lì è perfetto105
Omai sarà più corta mia favella
     pur a quel ch’io ricordo che d’un fante
     che bagin ancor la lingua a la mammella
Ne per che più c’un semplice sembiante
     fosse nel vivo lume ch’io mirava110
     che tal è sempre qual s’era davante
Ma per la vista che s’avalorava
     in me guardando una sola parvenza
     imitandom’io ad me mi travaglava
Nella profonda et chiara subsistenza115
     de l’alto lume parvemi tre giri
     di tre colori et d’una continenza
Et l’un da l’altro come iri da iri
     parea reflexo e ’l terzo parea foco
     che quinci et quindi igualmente si spiri120
Oh quanto è corto il dire et come fioco
     al mio concepto et questo a quel ch’i’ vidi
     è tanto che non basta a dicer poco


  1. corretto a penna, modificando la e in o e scrivendo la lineetta per la nasale sopra la o
  2. corretto a penna, scrivendo nel margine mutando con un obelo di richiamo