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capitolo iv. 25

CAPITOLO IV.

Dell'allegrezza appropriata al gallo

Allegrezza, ch’è effetto d’amore, secondo Prisciano, si è uno riposamento e contentamento d’animo in allegrezza d’alcuna dilettazione, siccome si convenga. Gesù Sidrac dice: La vita dell’uomo si è allegrezza di cuore. Chi ha allegrezza soperchia nelle cose che non si dee, già non è virtù, ma vizio. Santo Agostino dice: Alla mondana allegrezza sempre succede subita tristezza. E puossi appropriare l’allegrezza al gallo. Il gallo s’allegra e canta secondo il corso dell’ore del dì e della notte, disponendo la sua allegrezza per forma di ragione. Salomone dice: Non è allegrezza nè ricchezza sopra la sanità del corpo, e non è dilettazione sopra l’allegrezza del cuore. Ancora: L’allegro cuore fa fiorire la vita dell’uomo, e lo spirito tristo dissecca l’ossa. Non ti allegrare del male altrui, perchè tu non puoi sapere come vadano gli tempi contro a te. Seneca dice: Non ti allegrare troppo per le cose prospere, nè le contrarie non ti attristino nè conturbino. Della allegrezza si conta nelle storie de’ Santi Padri, che uno ch’avea nome Macario, per amore ch’egli avea in Dio, si fermò nello animo suo d’andare oltre a mare a vedere il Sepolcro di Cristo, e così fece; sicchè, giugnendo e baciando il luogo dov’egli fu seppellito, si cadde morto d’allegrezza. E quelli ch’erano seco, creden-