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capitolo xi. 41

volto, e con belle parole. Molte persone peccano per povertà. Un altro disse: O morte, come tu se’ dolce cosa al povero! Cato dice: Ama sì altrui che tu sii caro amico a te stesso, e sii buono altrui, che mai danno non ti seguisca. Usa delle cose a chi tu dèi temperatamente; chè quando abbondano le spese, consumano in brieve tempo, e brigato acquistare, sappialo compartire temperatamente. Celsio dice: Chi il suo consuma, avrà carestia dello altrui. Seneca dice: Meglio è a diventare rosso nel volto, che il cuore gli dolga dando più che non può. Plato dice: Maggiore tristizia non è al mondo come convenire vivere dello altrui: impara qualche arte; chè l’arte non si parte mai dalla persona. Plato dice: La terra divora gli uomini, e il prodigo divora la terra. Della povertà conta Seneca: Colui che si contenta di quello ch’egli ha, non è povero; ma colui che desidera molto, si è povero. Isopo dice: Se la povertà viene allegramente, ricca cosa è. Socrate dice: Gli amici si conoscono nella nicistà, 1 perchè nella prosperità ogni uomo si mostra amico. Jesus Sirac dice: Ricorditi della povertade nel tempo dell’abbondanza, e nell’abbondanza ti ricordi della povertà; chè dalla mattina al vespro si muta il tempo. Plato dice: Mala cosa è la povertà; ma a fare male per lei si è peggio. Cassiodoro dice: Se la madre del peccato, cioè la povertà, si toglie via dalle persone, il modo del peccare anche si toglie via. Papa Innocenzo dice: In quanta miseria e pe-

  1. Sincopato di necessità.