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di reggio di calabria 43

to, l’Angitola, e correnti altre minori. Lungo le sponde de’ quali tu vedi dispiegarsi ampie vallee, che vanno insino al mare, terminanti in umide e frumentose pianure, cui fertilizza il sole e fende l’aratro. La valle di Cosenza, la pianura di Monteleone, quella di Gioia sodo tra le più estese e le più fertili.

II. Da siffatta configurazione nasce una portentosa varietà di aspetti, ed il clima del Bosforo con quello di Moravia, a brevi intervalli, vi si avvicendano. Il piano, dove tu raccogli limoni e mela rance, spesso fa piede a montagne sulle cui rupinose vette appena il caprio selvaggio raspa qualche lichene. Di nevi s’incoronano il Montenero, l’Acquafredda, il Pollino1, alle cui falde non cessa mai l’estate.

Onde una multiforme vegetazione. Il cupo verde delle conifere spicca a lato allo scarlatto della cerasa; e il castagno, che copre cento cavalli, grandeggia dove l’argentino ulivo; e roccie irte di fichi opunzi si estollono non lungi da’ frassini, da’ platani, dalle farnie, da’ suveri, dagli elci; e questi s’abbellano facendo siepe o prospetto alla varia famiglia di piante, che spontanee, d’ogni sorta squisitissime frutta largiscono; e il pistacchio, e il leandro, e la palma a ventaglio, e persino la pianta del cotone e la canna da zucchero.

Poi macchie e pantani dove a fatica penetra il cacciatore od il bifolco. Ma poco discosto, le macchie ed i pantani hanno termine, ed ecco valli ricreate da piacevoli orezzi e da fresche fonti, o dalla perenne letizia de’ mirti e degli allori fatte gioconde; ecco montagne con lentischi e terebinti, che danno il mastice e la trementina. E qua filari di gelsi, e vigne in accomodata foggia disposte; e là querceti e vaste piantagioni d’ulivi, o campi frugiferi, o ricche pascione per le greggie e gli armenti. E qua poggi festonati di pampani quasi per una solennità, e pergolati che schermiscono dalla canicola e dagli ardori del sole splendidissimo; e là l’oro di parchi d’agrumi e bergamotti, che contrasta al bruno delle boscaglie, e colla montana severità circostante par che imiti il gareggiare della gaia fanciullezza con la pensosa canizie2.


  1. Sommità fra le più alte degli Appennini calabresi; le due prime nella Sila, la terza al confine della vicina Basilicata.
  2. ... omnium Italiæ regionum Calabriam optimam esse dico. Nam quicquid mortalibus est necessarium terra ipso per se foelix abunde gignit, nullisque adscititiis bonis eget, sed per se sibimet suppelit.... Sunt Calabra arva pinguia, et