Pagina:Arco - Statuto concesso al foro d'Arco, 1646.djvu/15

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BE R N A R D l’S D E I G R A l’I A Epifcopus Tridentinus .

Chiaro, chcl’vfo deIIi Smutiè (L’Ira introdotto dalla nccelfità dellecofezpoiche per ifpericnza fi conofce, che niiruna determinationedileggc, ance con maturo giudizioconfidemtaèflatabuileunlcalla varietà d lla natura humana,edalle non imaginateinucntioni di lei: anZi,comc la natura ìprodurrcnoueformc fempre {affretm, cosil‘autorizì del Superiorcè neccfraria, acciò per oprzdifollcm’to agricoltura {i fucllino livitij, s’intmduchinolcvirtutc, fi corteggano ql‘ccccfli, cgl’crrori s’emmdiflo . Il che

gl’Honnrabili,cd Egregiy’ iinccmmcntc da noi amati Confoligz Cittadini di qucfln noiira Città diTrcnm prudcmementc auertendo, con dcfidcrio di

pmucdcrc, criformarc, quanto ficonuicnc, per la conferuationc dclnuflro Stato,c della Città rcd cmcndationc de coflumi hanno formati, ccom polli li qui [cguenti Statuti, òvogliamo dire Plebil’citi, edà noi prefcnta (i, acciò con l’autorità noflra ordinaria ii degnaflimo approuatli, c confer marli . Noipai, chc nelle core attinenti all’vtil’à, e commodo de nuflri

{uddiri, la profperità dcquali rill‘ulta in profperi ànollra, continuzmmtt:

(quanto però cipctmette il Ciclo )vfiam0follecitudine, hauuta diligente, c matura deliberzt’ne, inficme con gli noflri Configlicri, cmolti altrihuo minidotti, vcdutipiùvolte,criuedutirali Statuti, l’habbiamo giudicati

degnid’cffer dall’autorità nol‘ltz appmuati come corrifpondcnti all’honeflì; 8c cofi con l’imprdfione di queflc noflrc gl’appmuiamo, e confermiamo . @aliStarutivogliamom commandiamo, cheda tutti li nollri fudditi fiano con prontoszctto accettati, cdopola cognitione, c manifcilationc

di loro fiano oH‘cruati,‘ù efi’cquitirfotto l: pcncconrcnurc in ciT . Iurc noflro , ac l’uccclîbrum nollrorum fuperiotitatc fempcr {alua .

Cancellare, c lcuatc tutrc l‘altrecore, chc non fi contengono nel prci’mte volume . Ad laudcm, 8t gloriam omnipmcntis Dei . Amen. Habbiamo intcf’o, che nè ciuffi no Iinpcratore Sacrarifiimomè quel

li, che di lui, òd‘altriLeggifii furono imitatori, hanno con le fuclcggi potuto finqui «bananzapmuedcm, che compizamentc fi fodisfaccfi’cì tutti li mortali . Pe che (sbcne l’onoflampate moltclcggi ciuili, nondimeno àccrti, &pcr con dire, minuti cali, non fonoJ con quefia induflria de {uni decreti, llati haflcuoli (occorrcreà tutto il generchumzno, fipcrla diucrfità delle circonllanze, come anco per il lîtodcgli habitntori; che cofi lt Citràdi giorno, in giornopiù efperimcntano: perilchc quelli, che nella Città òpcr natura, ò per lettereauanzafl‘cm gl‘altn, fanmmcntc {ii determinato dalliantichi, Cllcipotéfi‘cro ( con l‘affenfo però della plebe) {m à fa, cdà gl’altri Statuti confuctudinzm; acciochc più finemente, cpiii ficuramenre fuirero goucrnati, c mantenuti ncl {uo {lato faliccmcntc. ’Maperchc la mutationcdc tempi non ram vultC cagiona mutatisne dc cn.

A fiumi, ò