Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/387

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quarantesimosesto 381


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     Di filosofi altrove e di poeti
si vede in mezzo un’onorata squadra.
Quel gli dipinge il corso de’ pianeti,
questi la terra, quello il ciel gli squadra:
questi meste elegie, quel versi lieti,
quel canta eroici, o qualche oda leggiadra.
Musici ascolta, e varii suoni altrove;
né senza somma grazia un passo muove.

93
     In questa prima parte era dipinta
del sublime garzon la puerizia.
Cassandra l’altra avea tutta distinta
di gesti di prudenzia, di iustizia,
di valor, di modestia, e de la quinta
che tien con lor strettissima amicizia,
dico de la virtú che dona e spende;
de le qual tutte illuminato splende.

94
     In questa parte il giovene si vede
col duca sfortunato degl’Insubri,
ch’ora in pace a consiglio con lui siede,
or armato con lui spiega i colubri;
e sempre par d’una medesma fede,
o ne’ felici tempi o nei lugubri:
ne la fuga lo segue, lo conforta
ne l’afflizion, gli è nel periglio scorta.

95
     Si vede altrove a gran pensieri intento
per salute d’Alfonso e di Ferrara;
che va cercando per strano argumento,
e trova, e fa veder per cosa chiara
al giustissimo frate il tradimento
che gli usa la famiglia sua piú cara:
e per questo si fa del nome erede,
che Roma a Ciceron libera diede.