Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/119

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sulle montagne 75


motore mostrando i cilindri. Ma la gente sèguita a guardare sotto, con la più grande persuasione. E noi la lasciamo perplessa.

Abbiamo raggiunto i palanchini che ci avevano sorpassato al mattino. I mulattieri si sono precipitati di sella per reggere le cavalcature imbizzarrite; gli animali hanno fatto sgambettamenti di terrore; i palanchini, dopo alcune oscillazioni come boe sulle onde, si sono fermati un po’ di trasverso a causa delle opposte opinioni sulla direzione da prendersi manifestate energicamente dalle mule attaccate al veicolo. E dalle tendine sollevate e scomposte abbiamo intravvisto ancora i dignitosi viaggiatori guardarci con aria di profonda sorpresa, non scevra da qualche preoccupazione; noi passavamo rapidamente gridando loro lieti addii. Era la nostra vendetta.

Ci siamo fermati alla sera ad un delizioso villaggio, Shin-pao-wan, di un’antichità patriarcale. Dentro alle mura vi è una quiete che seduce; non si ode che il cinguettare degli uccelli. Ad ogni porta, appese all’architrave, vi sono due o tre gabbie con delle allodole di deserto che cantano; i loro gorgheggi riempiono l’aria. È una musica strana, penetrante, piena, intensa, che la gente ascolta in silenzio seduta sulle soglie. I mongoli portano a migliaia dalle loro pianure di questi graziosi prigionieri canori per i quali i cinesi hanno un culto. I cinesi lasciano alle loro voci il dominio sopra ogni suono, quasi riconoscessero in esse qualche cosa di divino. La via del villaggio, allagata, s’è trasformata in uno stagno nel quale si specchiano le case e l’azzurro del cielo. Da lontane epoche quella piccola invasione d’acque deve essersi insediata fra le abitazioni, poichè è rispettata, e dei salici hanno avuto il tempo di crescere sulle sue sponde dissetandosi nell’onda quieta. La gente passa intorno, sugli alti marciapiedi. I carri non entrano nel villaggio.

Ecco avanzarsi un piccolo corteggio, una visione d’altri tempi: sopra una mula bianca bardata di seta rossa, passa una grande dama riccamente vestita di rasi ricamati, il volto colorato di bianco e di rosa, le piccole labbra tinte di sanguigno, la capigliatura guer-