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l'attacco austriaco al pal piccolo 127


Ma gli spregevoli italiani sono giudicati dai soldati austriaci in modo ben diverso che dal loro generale. «Gl’italiani si battono come demoni» — dice una lettera trovata sopra un cadavere austriaco, e un’altra dice: «Gl’italiani sono i nemici più terribili contro i quali combattiamo.» Il proclama del generale Rohr, col suo ignobile linguaggio, dimostra che, senza preoccuparsi troppo della lealtà dei mezzi, anche la preparazione, diciamo così, morale dell’azione era curata.

Numerose batterie nuove erano state messe in posizione fra il Polenick e il Köderhohe, sui rovesci delle creste. L’attacco aveva per obiettivo la vetta del Pal Piccolo perchè essa domina, a tiro di fucile, tutti gli approcci del Freikofel. Chi tiene quella tiene il resto. L’azione austriaca è stata organizzata con una perfezione che la rendeva quasi sicura. La sorpresa non poteva fallire. Il nemico aveva trovato il modo di arrivare invisibile quasi nella nostra trincea.

Il massiccio del Pal Piccolo, irregolare, tormentato, dirupato, si culmina in un caos di scogliere, di burroncelli, di valloni, di spaccature, di costoni. Non è una montagna con una cima, è una specie di immensa terrazza tutta a gradini, a cucuzzoli, varia e sorprendente. Nel centro è come una conca, intorno ai cui bordi precipitosi le posizioni nostre, al sud, e quelle nemiche, al nord, si aggrampano. Gi-