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Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821 II.djvu/11

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parte prima 11


§ 8.

Di più, preparata la terra ad essere coltivabile e fruttifera; era d’uopo conservarla tale, perchè consumati i prodotti di un anno bisognava metterla in istato di riprodurli per il seguente; ma questa riproduzione esige nuova semente da gettare sul terreno: e come prenderla, se non dai prodotti precedenti del passato anno? Esige braccia che coltivino, ed animali che fecondino e che aiutino il lavoro; bisogna nutrirsi, abitare, conservare gli stromenti, e pascere questi animali che contribuiscono al lavoro medesimo. Tutto ciò richiede una spesa continua, ed una ricchezza da non destinarsi ad altro uso fuorchè a quello della riproduzione: e dove prenderla, se non appunto dai prodotti precedenti?

Dunque noi chiameremo scorte annue queste ricchezze necessarie a continuare la riproduzione, e osserveremo che scemate queste o tolte del tutto, proporzionatamente si scema e si toglie la riproduzione, e la terra ritorna, qual era; incolta e deserta.

§ 9.

Frattanto che da queste famiglie; ossia che da questa nostra idea di nazione prosperamente tutte le dette cose si fanno, ecco nascere necessariamente le arti e le diversità delle occupazioni degli uomini. Ciascuno prova coll’esperienza, che applicando la mano e l’ingegno