Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/358

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elogio gli scritti di Frà Paolo e consigliatane la lettura, come Ganganelli consigliava un suo giovane allievo di leggere le Istorie di Pietro Giannone. Ma i Veneziani indifferenti alla memoria di un uomo che aggiunse tanto lustro alla patria loro, e il cui nome solo basterebbe a far superba una nazione intiera, non ne curavano più le reliquie; a tal che Grosley il quale visitò Venezia nel 1764 rimase attonito che cercando la tomba di Frà Paolo non trovò nè epitaffio nè indicazione.

Le sue ceneri giacquero ignote e direi quasi inonorate fino al 1828. Già da diciotto anni cogli altri frati erano stati soppressi anco i Serviti, e la loro chiesa fu convertita ad uso profano. Dovendosi infine demolire anco l’altare dell’Addolorata, le ossa del Sarpi furono levate a’ 2 giugno dell’anno suddetto e deposte nella Biblioteca di San Marco: a’ 15 novembre furono trasportate nella chiesa di S. Michele di Murano ed ivi sepolte entro un cassone di pietra d’Istria posto sotto il pavimento nel mezzo della chiesa tra la porta maggiore e l’ambulacro. Una lastra di bianco marmo greco fasciata di bardiglio porta scolpita la seguente epigrafe di Emanuele Cicogna:

ossa
PAVLI SARPII
theol. reip. venetae
ex aede servorum
huc translata
a. mdcccxxviii
decreto publico.