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114 COMENTO DEL BOCCACCI

cose, siccome apparisce, diversissimi sono intra sè questi due nomi e gli effetti di quegli: e perciò il re meritamente si può intendere per l’aere splendido, ed essere con lui congiunta alcuna stabilità, se alcuna cosa si può dire stabile fra queste cose caduche, dove il tiranno per rispetto della real chiarita si può dir nuvola, alla quale niuna stabilità è congiunta, e perchè ancora agevolmente si risolve, o dal furore dei sudditi, o dalla negligenza degli amici. Premesse adunque queste cose, leggiermente quello che i poeti nella fizion della favola d’Issione si potrà vedere; dice la favola, che Issione fu assunto in cielo, nel qual noi allora ci possiam dire essere ricevuti, quando noi con l’animo contempliamo le cose eccelse, siccome sono le porpore e le corone de’ re, gli splendori egregi, la esimia gloria, la non vinta potenza e i comodi de’ re, i quali secondo il giudicio degli stolti sono infiniti: nè indebitamente paiano fatti segretarii di Giove e di Giunone, quando quello che a loro appartiene, noi con presuntuoso animo riguardiamo, e allora siamo tirati nel desiderio di giacere con Giunone, quando noi estimiamo queste preeminenze reali essere altro che elle non sono; e allora Issione richiede Giunone di giacer seco, quando non precedente alcuna ragione, il privato uomo ogni sua forza dispone per essere d’alcuno regno signore: ma che avviene a questo cotale? è apposta allora la nuvola, avente la similitudine di Giunone: del congiugnimento de’ quali incontanente nascono i Centauri, i quali furono uomini d’arme, di superbo animo, e senza alcuna temperanza, e in-