Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/19

Da Wikisource.

lettere 13

ch’essi vogliono, quanto vogliono ed a chi vogliono e come etc.; e voglion combatter meco con sbirri, fosse, maniglie, ferra, corde, tormenti e boia, oscuritá e fame, le quali armi io non ho contra loro; né voglion combatter con la ragione in cui d’ogni cento do a loro cinquanta e la mano, e cosi mi obligo.

Tutto il mondo sa che l’eresia fu trovata dalli frati per fuggir la furia secolare, venendo alle forze del Santo Officio, a cui non ci volean dare, dicendo che ribellavano il regno per il papa; onde fu bisogno mostrarci nemici al papa, benché poi li secolari con subintrodutti testimoni augumentâro questo titolo, ut ex processu haeresis patet et ex defensionibus fratris Dionysii et Ioannis Baptistae et aliorum, e dalle fedi di confessori. E tutto il mondo sa che questa rebellione è come quella d’Amos contra cui scrissero li sacerdoti ed officiali: «rebellat Amos, o rex Ieroboam»: e questa fu da officiali gelosi e scommunicati figurata sopra le profezie mie e ciarle di fra Dionisio che volea uscir in campagna per uccider chi uccise suo zio. E questi officiali mo’, o per non parere d’avere errato, o per sostentar la bugia al re e per tener li premii ch’han ricevuto, occultano ogni cosa, e cercano per giudici «executores saevitiae non arbitros causae», come gli ebrei, dice san Leone. Ma nullo argomento è maggior di questo, che sendo io infame demonio tenuto nel foro romano, e senza aiuto umano, poverissimo ed afflittissimo, ed essi all incontro santi e figli di Vostra Beatitudine e potentissimi, si sconfidano litigar meco nel detto foro mio ed incitano il re e ’l viceré con altri pretesti a non darmi a Vostra Beatitudine per coprir la veritá, «quia male agens odit lucem», e per coprir le grazie che Dio m’ha dato: alle quali son prudenti a non credere, ma maligni a non voler vedere esperienza.

Or com’io posso consentir a questo giudicio? Vostra Beatitudine facciami venire a Roma; e s’io mento circa l’innocenza o revelazioni o miracoli ed altre prove filosofiche chi per redimer la vessazione invano donai a loro, potrá poi rimandarmi a loro: forsi con questa condizion mi daranno. E qui vedrá