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20 I. L. CARAGIALE


tanta forza che si compenetrano come le uova molli. Si sente uno strepito, uno scricchiolio, che non si può paragonare a nulla, allo scontro dei due crani.

Leiba col cuore sorpreso, come un uomo caduto da un’altezza smisurata, volle gridare:

«Un mondo intero mi lascia apposta preda di un pazzo!» Ma la voce muta non obbedì alla volontà.

«Alzati, ebreo!» gridò qualcuno battendo forte con un bastoncino sulla tavola.

«Che scherzo sciocco! disse Sura dalla soglia del negozio; impaurire un uomo che dorme, contadino villano!»

Leiba balzò in piedi.

«Hai avuto paura, ebreo? Domandò ridendo il faceto. Dormi a mezzogiorno, è vero? alzati che vengono gli avventori... arriva la diligenza». E secondo la sua sgradevole abitudine, che irritava molto l’ebreo, volle prendere Zibal sotto le braccia per solleticarlo.

«Lasciami tranquillo! gridò l’oste sciogliendosi da lui e dandogli un forte urtone. Non vedi che sono malato? Lasciami tranquillo!».

Finalmente la diligenza arrivò con un ritardo di