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58 I. L. CARAGIALE


poco prima, insieme a parecchi ufficiali e impiegati, nel caffè dell’angolo dove «le ragazze cantano teatro».

Il pope dal viso spaventato produsse un’impressione inaudita quando entrò nel locale delle muse profane.

«Ecco anche il padre» gridò il procuratore del Re con il tono soddisfatto con cui si accoglie di solito un invitato in ritardo. E una delle cantanti che sedeva sulle ginocchia dell’intendente, alla stessa tavola con il giovane magistrato, aggiunse:

«Benedite, Padre»

Allora uno scoppio di risate, di battimani, di calpestii, di fischi, di grida «Bravo il pope! Bis il pope» — Infernale! Un serraglio di bestie che brucia.

Il successo colossale, spontaneo non turbò affatto il nostro uomo; il rumore profondo di quell’anima soverchiava la tempesta allegra del di fuori. Il pope avanzò deciso fin nel mezzo della sala, cercò con gli sguardi in tutte le parti e uscì precipitosamente sotto la pioggia delle risate, degli scherzi villani e degli urli.

Non c’è neanche là. Ma non può tornare a casa