Pagina:Chizzola - Risposta Di Donn' Ippolito Chizzuola alle bestemmie e maldicenze in tre scritti di Paolo Vergerio, 1562.djvu/64

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34 di Domrlppofko

petuità del Regno,fi che mancar non poteua, Se nondimeno' quello fuor ufeito,dalle proprie pafiìoni accecato,cófideraii* do fòlo gli accidenti che correuano all’hora nella gran reuo- lutione di quel Regno, fi credeua al fermo, che quello fulffì il fine dell'Imperio di Dauid, nel che tacitamente daua delle mentite alle promelfe di Dio fatte lòpra la confirmatio- ne del Regno,cofa che Saul fuo padre non hebbe animo di fa :

re, maben due uolte confefsò,che Iddio llabilitohaueua tal 1

i .R f g.24.16 Regno a Dauid da fe perfeguitato > & con quello animo e ri- folutione fatta fra fe Hello, Settìei con grande infoienti ftan do di lontano tiraua làffi, & malediceva Dauid co tutti i fuov " fe^uaci,dicendo,Efci,efci,huomo micidiale , & huomo del

Diauolo ; Iddio ben ti hàrefo fecondo che hai meritato per ló fangue fparfo della cafa di Saul. & perche hai ingiuftamen te occupato il fuo Regno, perciò Iddio lhà dato nelle ma-» tiì di Abfalon tuo figliuolo, & ecco che bora tu ne fenti i gran danni, perche tu fei un maluagio huomo,Scc. Coli fi legge j ehe fece & dille il fuor ufeito Semei, & coli hora fi uede, che tu gentiliffimamente>ò Vergeriodo uai feguitando,conciofia ofa che hauendo Iddio peremenda de nollri gran peccati la

o- X'xCr-iZAn rYip firihf*llinnmoltecittà»&oro-

II Vergerlo et gli altri (reti àjnofsi dagl* accidenti pre* /enti credano che le prontef fedi Crijlofat teaUafua Chic fa debbano ma

cofa che hauendo Iddio peremenda de nollri gran peccati la fidato,& tutta uia lafciàdo,che fi ribellino molte città,& prò- uiricie alla Romana fede,& che i fuoi piu cari figliuoli ribella ti perfeguitino & difcaccino il lor Padre eletto da Dio perpe

tuamente per capo della uifibil Chielà, tu dalle tue pallìoni

accecato(come infieme con efiò te fi ritruouano elTere ancor tanti altri)hai fatto giuditio & ti fei rifoluto,che Iddio uoglia dar fine al Principato del fianto Padre,mollò fidamene te dalla uifla de i prefenti accidenti,fenza hauer pur un fol’oc^ chio alle ferme promelTe di Dio,che ha fatto fopra la perpetuità di quello Regno,& di quello facerdotio,che no può ma car fin tanto che dura il mondo,ancor che tutte le forze infernali confpiralfero & fiunilfero contra di quello. tu, dico,

/I— olr*imA rit n lipfl'fi* finfp fili loiltàllO *

Italia co i tuoi maledici ferirti, beftemiando>& maledicendo