Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/13

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Ma né questa né altre maledizioni riuscirono a scuotere l’innocente: solo i suoi occhi pensierosi fissavano un po’ inquieti l’uomo irritato: finché l’uomo irritato lo prese e lo tirò su afferrandolo per l’involto di pelo come un animaletto.

Allora le imprecazioni e le bestemmie raddoppiarono, così terribili che pareva oscurassero le cose intorno.

Perché Davide vedeva alcune goccie di sangue cadere dalle gambe scure e dai piedini scalzi del bambino; e ne provava un senso inesprimibile di raccapriccio; quel sangue innocente gli faceva tornare al pensiero Gesù, e il ricordo del suo figliuolo quasi ancora bambino ucciso dall’odio degli uomini.

Si piegò in mezzo alla strada e tenendo davanti a sé dritto il piccolo sconosciuto gli tolse la sciarpa di pelo: e gli pareva davvero di scorticare un agnellino, tanto il vestitino d’un bianco sporco era macchiato di sangue e ricopriva un corpo strano: non era il solito corpo dei bambini sani, polposo e voluttuoso con le sue pieghe e i suoi pomi di carne: era quasi un corpo maturo, nella sua piccolezza, con la pelle aderente alle ossa sottili; quasi limato da una lunga sofferenza interiore: due larghe ecchimosi violette venate di rosso fiorivano sulle piccole ginocchia,