Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/144

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di tutti, è annidato come un serpente velenoso nel mio povero seno, mi fuggirebbero come si fuggono i lebbrosi e gli indemoniati. Maria Santissima, fa che mi lascino in pace, come una vecchia che nulla più possiede al mondo tranne un metro di terra per morirci sopra, e sotto esserci sepolta.

Tre volte recitò l’Ave, poiché la Madre di Dio non nega il suo conforto a chi la saluta come un’amica fedele; ma intanto il profumo denso delle iris di velluto violetto con le quali Concezione aveva adornato l’altare; e quello dei cespugli, dei ciclamini e dei convolvoli selvatici, che penetrava dalla finestruola aperta sulla valle, arrivava fino all’anima di lei. E quei segnali vulcanici delle mine, che avevano ricominciato fin dalla mattina presto, la scuotevano tutta, minacciavano di spaccarle il cuore e mandarlo in frantumi per aria come le pietre della montagna. Pregava più per questo che per la persecuzione dei suoi pretendenti: la vera persecuzione era dentro il suo sangue, nell’amore tenace per la vita, nella paura del male, del dolore, della morte.

Rimase a lungo sotto l’altare, a poco a poco piegandosi sulle ginocchia fino ad accovacciarsi: le pareva di trovare un rifugio, un nascondiglio contro se stessa, nella chiesetta ancora fredda e grigia, dove i ragni anch’essi