Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/164

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tovoce, invitandola a saltare il muricciuolo e a nascondersi con lui fra i cespugli, con le lucertole accoppiate e le bisce freddolose.

Se ella avesse davvero dato ascolto a lui e alle voci della natura, egli non avrebbe rubato, non si sarebbe impiccato per lei; e forse il male che adesso la rodeva non sarebbe venuto. Ma lei era ricca, del denaro di rapina dei suoi avi, e la maledizione dell’oro la perseguitava: negli occhi dello scemo aveva intraveduto questo castigo demoniaco, e gli occhi del ragazzo adesso le ritornavano alla mente come quelli di un arcangelo che ella aveva mandato all’inferno.

— Dio, Dio, liberami dal male, — disse ad alta voce; poi andò a mettere i fiori sotto la Madonnina impassibile, che pareva avesse solo cura di non lasciarsi scivolare di grembo il bambino irrequieto.

Nonostante il caldo di fuori, la chiesetta era fresca, sempre col suo odore di cantina misto a quello delle erbe aromatiche del ciglione sotto la finestruola socchiusa.

Concezione si avvicina a quest’apertura e vede la valle rocciosa, coi monti calcarei all’orizzonte, che sembrano ancora bianchi di neve. Il sentiero donde sono saliti Maria Giuseppa e lo scemo nipote, serpeggia come il letto di un torrente asciutto, si perde fra le