Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/31

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ricorda e fa rivivere le cose passate. Un rifiorire di sensazioni, d’impeti, anche di illusioni, l’aveva accostata a lui: accanto alla giovinezza in apparenza povera eppure ricchissima di lui, al suo calore di uomo, all’esuberanza frenata ma profonda della vitalità di lui, ella si era sentita come quelle erbe e quei fiori selvatici e grami che nella vicinanza di erbe e di fiori più ricchi di loro ne prendono, se non altro, la simiglianza. E poi, oltre al desiderio fisico, allo slancio naturale della sua carne verso quella di lui, l’attirava la stessa diversità di razza, di età, di carattere, di linguaggio, che pareva dovesse allontanarli e invece li spingeva maggiormente uno verso l’altro.

Avevano raccontato ad Aroldo, nella casupola dove aveva in affitto per poche lire un buco per ripararsi nei giorni di riposo, che Concezione discendeva da una progenie di violenti, di passionali, e che lei stessa aveva avuto una passione tragica nella sua prima fanciullezza: sapendo ch’egli frequentava la casa di lei, non insistevano nei particolari; ma egli era fisso nelle sue idee; voleva Concezione, a tutti i costi la voleva; l’atmosfera stessa, fra romantica e ambigua, che la circondava, pareva gli destasse nel sangue una specie di febbre, tormentandolo con un pungiglione che