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ragionamento quarto 55


calore son gli spiriti: destomi io o pur mi lascio dormire? — E aburattandomi in questa baia, mi sopragiunse un uomo grande, bello, con un barbone, un certo figurone come il Moisè di Michel Agnolo in Roma, che è alla sepoltura di Giulio secondo, e mi dice: — Tribolo, lascia dormire il tuo corpo un pezzo, e andiamo a spasso in questo mezzo; poi tornerai a destarlo, finito le comedie. —

Moschino. Chi era cotestui?

Tribolo. Il Tempo. E tutti due andavamo di compagnia, caminando per aere senza muover piedi, ma solo con quella volontá, sí come fareste voi adesso con la fantasia ad andare di qui a casa vostra, di qui a Prato o altro luogo piú lontano.

Ridolfo. Bella cosa certo; io per me ne cavo un gran piacere a udirti.

Tribolo. Per la via, andando a mezz’aere, egli cominciò a dirmi come egli era il piú antico che uomo e che sapeva ogni cosa. Quando udi’ dire che egli tutto sapeva, domandai: — Deh, ditemi, quale è la piú bella cosa che voi abbiate mai veduta? — credendomi che dicesse il Giudizio di Michel Agnolo, la Sagrestia, il Zuccon di Donatello o le cose di Tiziano o quelle d’Andrea del Sarto o di Raffaello da Urbino. Egli mi dice: — Il mondo. — Allora conobbi che tutto quello che è fattura umana è cosa da farsene beffe e conobbi la grandezza del suo procedere; e seguitai: — Qual è la maggior cosa che si trovi? — Io, sono — disse egli — che consumo e ricevo in me ogni cosa; io ne son padrone, son sempre in tutti i luoghi, sono stato presente a quanto s’è fatto e mi ritroverò a ciò che si fará. — Veramente mi s’aperse il core in questo dire, perché aveva fatte delle cose per i passati anni che io me ne vergognava, conoscendo d’essere stato veduto, e mi doleva che costui fosse stato presente e dolevami di avere offeso Dio, che meglio di lui m’aveva veduto. Pure, ristretto in me, seguitai di dirgli: — Chi è colui che piú sa di tutti? — e posi súbito la mira a Platone, ad Aristotile e altri infiniti. Madesí! Egli rispose súbito: — Chi sa piú di me? chi piú di me è intelligente? — O — diss’io — canaglia mondana, che credete, con quattro