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donna, e sul muro, tra le labili ombre
fatte dal fuoco, passeranno l’ombre
de’ tuoi ricordi, e tenderai la palma
stesa alla fiamma e riderai del vento,
staccando dalla cappa il remo antico,
nero di fumo e pien di ragnatele
e pure ancor ricco di sale, e allora
non udrai più le disperate schiume
che offron le braccia all’amatore stanco,
nè il grido delle gru, nè il vento australe,
che sa di mare, e dopo tante pene
nel cuore tuo rinascerà la gioia.

(gli passa delicatamente una mano sui capelli, e Ulisse si impregna, tacito, di quella dolce malinconia, e vede con un sospiro il quadro della sua vita passata, e cerca, vicino alla donna amorosa, di non più pensare).



Agosto-Settembre 1921.




FINE DELLA TRAGEDIA