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142 meditazioni sull’italia letteraria


21 Aprile

Vasari non voleva fare, nelle sue Vite, degli edifizi eleganti; ma voleva aiutare gli artisti a creare, voleva spingerli verso una mèta prestabilita, si sentiva una specie di prezioso can da pastore. La critica di Vasari è un complemento dell’arte. Vasari è il lievito messo nel pane; è l’uomo che batte la strada.

22 Aprile

Dicono che Vasari non ha capito i primitivi. Ma perchè mai Vasari avrebbe dovuto capire i primitivi? A che gli servivano? Vasari era un critico militante: non poteva darsi il lusso dei critici moderni, che cercano di essere imparziali. Come critico militante aveva il dovere di incoraggiare gli artisti sopra una strada e dissuaderli, da ogni altra. O felice epoca di limitata ambizione! O secolo beato, in cui non c’era che un secolo! Al sicuro da tutte le nostalgie, aveva abolito la pena che fa di ogni forma il richiamo a mille forme diverse. Innocenti e ignoranti, parziali e appassionati, i pittori d’allora non si sono mai chiesti come valesse meglio di dipingere, gli scultori d’allora non si sono mai chiesti come valesse meglio di scolpire!

La forma si imponeva loro quasi dall’aria, la respiravano.

Come si può pretendere che il secolo che ha dato Leonardo dovesse capire Giotto? Vasari appunto