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260 parte seconda


la stessa per tutto; questa natura però si modifica differentemente secondo i climi; e però fa d’uopo esporla secondo i costumi e le consuetudini di quel paese nel quale uno risolvesi d’imitarla. Le mie commedie, per esempio, sono state bene accolte in Italia, ma in Francia non lo sarebbero in egual modo; e converrebbe farvi mutazioni non piccole, affine di procurare accoglienza a qualcheduna.

Ma avendo io dato parola di esporre sul teatro San Luca la Scozzese, e riguardandone di pericoloso esito la rigorosa traduzione, ad altro non pensai, se non ad imitarla: e feci una commedia italiana sul fondo, sui caratteri, e sull’intreccio dell’originale francese. Il successo di questa commedia non potè essere nè più generale nè più strepitoso; di modochè tanto l’autor francese quanto io, riportammo la respettiva parte di merito e di applauso. Qui forse si andrà dicendo che fu temerità la mia di pretendere di dividere l’onore della Scozzese per averla soltanto vestita all’italiana, ma questo rimprovero appunto, che potrebbe essere fondato sopra osservazioni relative, mi obbliga a partecipare a’ miei lettori un aneddoto singolare, accaduto in occasione di questa commedia in quell’anno stesso. Tutti e tre i teatri comici di Venezia l’esposero uno dopo l’altro. Quello del Medebac fu il primo, ma la Scozzese era celata sotto il titolo della Bella Pellegrina: Lindana era rappresentata come un’avventuriera, ed a Friport, che è quel marinaro inglese, grossolano e rozzo per abitudine, ma generoso di carattere, erasi sostituito un zerbinotto veneziano; il fondo della composizione non fu variato, ma furono variati i caratteri, onde il soggetto aveva perduto ogni importanza, ogni nobiltà. Però questa commedia ebbe rincontro che meritava, e cessò alla terza rappresentazione. Il teatro San Samuele aveva anch’esso la sua Scozzese da produrre; e vi fu annunziata la vera e legittima Scozzese, tradotta parola per parola dall’originale francese; con tutto questo ella andò a terra bruttamente alla prima recita. Io poi aveva ceduto il posto a tutti, e la mia Scozzese comparve l’ultima. Ma qual fortunato successo per me! Essa fu ascoltata con tale attenzione, e venne in modo applaudita, che se mai fossi stato suscettibile di gelosia, non avrei potuto fare che non la sentissi per tutto il resto delle mie composizioni. La caduta adunque delle due precedenti commedie fece spiccare maggiormente l’incontro della mia, poichè si sostenne sempre e dovunque nel modo istesso, e fu messa accanto a tutto ciò che avevo fatto di più piacevole nelle mie opere. Sapevano che il fondo di essa non era mio, ma l’arte e le cure impiegatevi per accomodarla ai nostri usi e costumi, equivalsero al merito dell’invenzione. Non starò qui a render conto di tutte le mutazioni che credetti dover farvi; giacchè siffatte particolarità non potrebbero importare se non agli intendenti delle due lingue, i quali possono soddisfarsi più ampiamente con la lettura ed il confronto di tal composizione nei due idiomi. Eccovi bensì il cambiamento più essenziale e più a proposito, per colpir l’attenzione dei forestieri che non sanno l’italiano.

Lord Murray, che forma il nodo della commedia, e produce l’effetto principale relativamente all’eroina del dramma, non comparisce nell’originale francese che al terzo atto, onde fin qui lo spettatore altro non fa che divertirsi alla malvagità di Frelon, e del carattere singolare di Friport, mediocremente dilettandosi delle sventure e delle virtù di Lindana; soltanto alla metà della commedia la passione dei due virtuosi amanti comincia a mostrarsi