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IL FILOSOFO INGLESE 363
Però dando risposta, siccome è mio dovere,

Sincero e brevemente dirovvi il mio parere.
È ver che opra per tutto la forza di attrazione,
Ella però rispetta l’arbitrio e la ragione;
Poichè se ella sforzasse con barbara violenza,
L’uom perderebbe il dono più bel di provvidenza.
Non sol ne’ corpi vari, ma nelle idee si prova,
A forza di argomenti, che l’attrazion si trova;
Ma son ragionamenti che fan pompa d’ingegno:
Niun delle occulte cose giugne a toccare il segno.
M. Brindè. Negar potete voi, Jacob, che non si dia
Fra due diversi oggetti virtù di simpatia?
Jacobbe. Anzi sostengo e dico, che l’odio e che l’amore
Hanno la loro fonte negli atomi del cuore;
Ond’è che al sol mirare non più veduto oggetto,
Accendesi di amore, ovvero di dispetto.
M. Brindè. Ma donde avvenir puote, stranissima ragione,
Che uno di amor si accenda, e l’altro di avversione?
Jacobbe. Ciò non sarà, madama; diversa è la sentenza.
Può credersi avversione di amor la indifferenza.
M. Brindè. Indifferenza e amore son due diversi obietti;
Incerti di attrazione dunque saran gli effetti.
E se cotal sistema altrui non parrà strano,
Newton con sue scoperte avrà sudato invano.
Jacobbe. Ditemi, se vi aggrada, questo parlar sì forte
Di amor donde proviene? Andiamo per le corte.
Madama, in confidenza, provate voi nel petto
D’impulso, di attrazione, di simpatia l’effetto?
M. Brindè. Non spiego i miei pensieri, non fo tal confidenza,
Col dubbio d’incontrare disprezzo o indifferenza.
Jacobbe. Non può temer disprezzi donna dal volgo esente:
Può darsi che troviate un’alma indifferente.
Ma tal se la trovate a fronte dell’affetto,
Per voi la scorgerete ripiena di rispetto.
M. Brindè. Ah Jacobbe...